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Archivio mensile:febbraio 2012

Immaginiamo di avere un po’ di monete dello stesso valore, diciamo da 50 centesimi, sparpagliamole sul tavolo e cominciamo a giocare con i numeri: raggruppiamole a formare delle figure geometriche (quadrati, triangoli, rettangoli, etc.) e poi contiamo quante monete sono state usate.

Affiancando 3 monete possiamo costruire un triangolo, con 4 otteniamo un quadrato, con 6 possiamo costruire un rettangolo 3×2 mentre 7 monete possono solo essere allineate in un’unica riga. I matematici graci avrebbero chiamato il 3 numero triangolare ed il 4 numero quadrato e, più in generale, definivano numeri figurati quei naturali che, pensati come sassolini, potevano essere disposti a formare delle figure geometriche.
Abbiamo appena visto che con 3 monete si può rappresentare un triangolo: aggiungendo altre 3 monete possiamo ingrandire la figura ottenendo un triangolo con due monete per lato. Ancora 4 monete ed il nuovo triangolo avrà un lato formato da tre monete allineate. Possiamo continuare ad ingrandire indefinitamente la figura, a patto di aggiungere il giusto numero di monete. Immaginiamo allora di iniziare da una moneta soltanto: chiaramente non possiamo parlare di triangolo in questo caso, a meno di non tirare in ballo il triangolo degenere, ovvero quel triangolo in cui i lati sono talmente corti (nulli, per la precisione) da portare i vertici a sovrapporsi. In ogni caso il primo numero che consideriamo è 1. Aggiungiamo 2 monete ed otteniamo il primo triangolo vero e proprio: 1+2=3, ecco il secondo numero triangolare. Come già accennato, con altre 3 monete, 3+3=6 è il successivo numero triangolare. In definitiva:
  • 1
  • 1 + 2 = 3
  • 1 + 2 + 3 = 6
  • 1 + 2 + 3 + 4 = 10
e così di seguito possiamo costruire i numeri triangolari, cioè sommando tra loro numeri naturali a partire dall’unità.
Una volta capito il trucco è facile scrivere per esteso la successione dei numeri triangolari:
1 3 6 10 15 21 28 36 45 55 …
anche se rimane il dubbio che la somma di naturali successivi non sia l’unico modo per calcolare il valore di un numero triangolare. In altre parole: esiste un modo più semplice per calcolare l’n-esimo numero triangolare (che indicheremo d’ora in avanti con T(n))? Messa giù in altri termini, proviamo a cercare una formula per calcolare velocemente la summa di tutti i numeri (naturali) da 1 fino a n?
Ritratto ad olio, opera di Gottlieb Biermann (1887)

Carl Friedrich Gauss

Vero la fine del sedicesimo secolo questo problema venne risolto brillantemente da un giovanissimo (8 anni) studente tedesco: Carl Friedrich Gauss. All’epoca il maestro elementare di Carl Friedrich era solito assegnare questo problema ai sui alunni:

“Calcolate la somma di tutti i numeri da 1 fino a 100.”
Già si pregustava un po’ di riposo nell’attesa che gli studenti concludessero il lavoro, quando gli giunse la risposta: 5050. Lo stupore crebbe ancor di più quando si accorse che sulla lavagnetta di Carl Firedrich non c’era traccia di alcuna addizione, ma solo l’espressione (100 x 101) : 2 = 5050.
L’idea alla base del ragionamento è semplice ed efficace: scriviamo di seguito i numeri da 1 a 100 e nella riga sottostante ripetiamo questo elenco ma in ordine contrario, da 100 fino a 1.

  1     2      3    …   98    99  100
100   99    98   …    3      2    1

—————————————
101  101  101  …   101  101  101

Come si può vedere, sommando in colonna otteniamo semplre il valore 101, ripetuto esattamente 100 volte: il prodotto 100 x 101 corrisponde alla somma di tutti i numeri da 1 a 100, ripetuta due volte, quindi dividendo per due otteniamo la rispota cercata.
In termini più generali abbiamo quindi una formula per calcolare i numeri triangolari:
T2(n)=n(n+1)/2
I numeri triangolari non sono gli unici numeri figurati studiati dai matematici, ma la loro intuitiva semplicità unita ad un innato fascino, ne fanno un elemento ricorrente della vita quotidiana apprezzato, come si può vedere nella foto sottostante, anche da estrosi muratori.

Ogni tanto si sentono voci su quanto sia progredita la nostra scienza, su quanti passi avanti abbia fatto l’Uomo negli ultimi secoli, anzi negli ultimi due secoli, e non si può certo negare che tutto questo sia vero. La quantità di teoremi dimostrati negli ultimi 200 anni supera di molto il numero di teoremi dimostrati nei millenni precedenti.

Tuttavia sarebbe sbagliato non riconoscere il giusto merito a coloro i quali hanno gettato le basi per i moderni cervelloni. Di più: può capitare a volte di scoprire come, sotto certi aspetti, i matematici del passato ci superassero in abilità.
E’ il caso dell’intuizione numerica. L’apparato aritmetico-algebrico-geometrico costruito in secoli di studi ci ha portato ad avere strumenti estremamente potenti e (relativamente) semplici da utilizzare, ma ci ha al contempo privato di una visione passionale e materiale dei numeri.
Con l’articolo che segue possiamo aprire una finestra sul passato e scorgere alcuni frammenti di questo modo di fare matematica ormai perduto.
Saluti a tutti e buona Matematica!

Dopo una serire di post ad uso dei miei studenti, vorrei dedicare qualche riga volgendo lo sguardo al mondo della letteratura.

Avete mai sentito parlare degli Haiku?
Sono brevi componimenti poetici, spesso dedicati al mondo della natura, di origine giapponese. In diciassette sillabe (on) si sviluppa il pensiero poetico attraverso la giustapposizione di due idee principali, distinte da una parola separatrice (kiru) che determina la tradizionale struttura in due righe più una. E’ dall’incontro di questi due pensieri che scaturiscono immagini ed emozioni, privilegiando una visione semplice e sommessa della vita, lontana dal clamore e dal sensazionalismo.
Vi sono interi libri e siti dedicati a questo tipo di poesia, e non è certo mia intenzione fare una lezione introduttiva sull’argomento. Ed allora: perchè gli haiku?
Innanzitutto basterebbe il fatto che come numero di sillabe sia stato scelto un numero primo a stimolare la curiosità matematica verso questa poesia, in realtà tutto parte da un piacere personale per questi versi essenziali, nei quali ritrovo quello spirito di sintesi che pervade la matematica. Secondariamente è stimolante provare ad imitarne la struttura per giocare con i numeri.
Prendiamo un numero decimale illimitato e tronchiamo la parte decimale dopo un certo numero di cifre, diciamo dieci o undici. Ora proviamo a comporre alcuni versi secondo lo stile degli haiku, ma anzichè imporre un vincolo sul numero di sillabe, facciamo in modo che il numero di lettere di ciascuna parola corrisponda ad una cifra del numero da noi scelto.
Un esempio chiarirà meglio il concetto:
 Era l’idea,
l’aroma invitante, il solito caffè.
Ora, piano, svanisce.
 Contiamo le lettere delle parole, ordinatamente, e scriviamo affiancandoli i numeri ottenuti
3  1  4  1  5  9  2  6  5  3  5  8 
Basta una virgola dopo la prima cifra a sinistra, ed ecco il pi greco (troncato all’undicesimo decimale)!
A presto!